Joe Biden e i dazi Usa (di Trump) su vino e agroalimentare: l’Italia non è (ancora) salva

L’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti lascia spiragli, ma gli esperti restano cauti

La ‘cacciata’ di Trump dalla Casa Bianca non scioglie le incognite sui dazi sul vino e sull’agroalimentare Made in Italy. A sottolinearlo non è solo la Coldiretti. Nel commentare la vittoria del Democratic Party di Joe Biden, anche Michele Geraci, ex sottosegretario allo Sviluppo economico del Governo Conte, Professor of Practice in Economic Policy alla Nottingham University a Ningbo nonché Adjunct Professor alla New York University a Shanghai, invita alla cautela. Un parere autorevole, da testimone diretto delle dinamiche di Asia e Atlantico.

È utile ricordare che una minor pressione sulla Cina, costretta da Trump ad acquistare di più Made in Usa, avrebbe spostato acquisti da parte della Cina dall’America. D’altro lato, però, è probabile che Biden spinga per un approccio sempre più liberista nel commercio, favorendo de-facto i paesi agili, con leggi sul lavoro flessibili, modello anglo-sassone”.

In questo senso, sempre secondo Geraci (nella foto, sotto), “i paesi in ritardo a livello tecnologico o con ancora il mito del ‘lavoro fisso’, come l’Italia, saranno penalizzati se non si adotteranno a livello politico le necessarie contromisure”.

Per questo, ammonisce ancora l’ex sottosegretario, “l’Italia deve quindi essere più proattiva in Commissione Europea dove si decidono le politiche commerciali come dazi e Trattai di libero scambio”.

Deve quindi sviluppare analisi di impatto fattuali, dettagliate e basate sui numeri e non su ideologie. Un approccio che avevo introdotto al MiSE, ma che ora sembra, purtroppo per il nostro Paesi, sia stato abbandonato dal responsabile al governo per le politiche commerciali”.

L’elezione del nuovo presidente Usa arriva di fatto a poco più di un anno dall’’entrata in vigore di tariffs aggiuntive del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’unione Europea, per iniziativa di Donald Trump.

Era il il 18 ottobre 2019 e il Tycoon reagiva così nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, in seguito all’autorizzazione all’Ue ad applicare dazi, varata dal Wto. Morbida, al momento, la posizione di Ettore Prandini.

Ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa che colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy – per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello”, è quanto affermato dal presidente della Coldiretti in riferimento all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

“Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti – ammonisce Prandini – che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”.

“Gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 3,8% nei primi otto mesi del 2020″, conclude Prandini.

® Riproduzione riservata

sostieni winemag.it

Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.

Dello stesso autore

Altri articoli dalla stessa categoria